Ossigeno
104 105 #yogasūtra 3.0 a cura di Sandro Di Domenico l’āsana che scatena l’ego Noi siamo quel che pensiamo e quel che facciamo, anche se lo facciamo controvoglia, perché anche ciò che vorremmo fare o che fosse fatto, e i sentimenti e la morale che determinano le nostre azioni, fanno parte di noi. Noi siamo contemporaneamente l’universo perfetto di moralità e bellezza che desideriamo per noi e per il nostro mondo, e le azioni, magari contrarie alle nostre intenzioni, che intraprendiamo nel confronto con la realtà. Freud indicò con l’ Io quella parte di noi che dialoga con l’esterno. Io come parte razionale, che pondera impulsi e insegnamenti. Da Freud a oggi, le cose sono cambiate: i modelli di conscio, preconscio e inconscio hanno perso la validità con cui erano stati proposti, e le neuroscienze non hanno trovato un luogo del cervello deputato a svolgere la funzione dell’Io. Io o Ego, non più solidamente definito dalla psicanalisi, e inesistente per le neuroscienze. « L’Ego non esiste nel cervello – sostiene Jerome Kagan, psicologo americano, Professore Emerito all’Università di Harvard e pioniere della Psicologia dello Sviluppo – e non siamo neanche vicini al dare un nome al circuito del cervello che potrebbe mediare le sensazioni quali ‘Dio, mi sento grande’; ‘Posso conquistare il mondo’; ‘Credo sia possibile da fare, ma nessuno sa come’¹ ». Se non all’interno delle teorie che lo citano, l’Ego non ha un senso definito. In un abbraccio più mistico rispetto a quello psicanalitico, dall’altra parte del mondo spirituale, l’Ego è il nemico numero uno nel buddhismo e nella filosofia yoga, dove rappresenta la proiezione di sé verso un qualcosa che non ci appartiene e dal quale liberarsi. Sull’Ego, il Dalai Lama scrisse che affermando il sé, il nostro senso di egocentrismo aumenta e si solidifica². Ego come uno dei peggiori nemici dello yoga anche per Patañjali, filosofo indiano del II secolo a.C., che inquadra l’Ego – Aha ṃ kāra in sanscrito – come quella forza latente che ci spinge a primeggiare, ad essere migliori degli altri. Adattamenti meno intransigenti mirano a ridimensionare l’Ego, a renderlo meno soggetto all’influenza delle pulsioni. Così disse Sri Aurobindo, filosofo e mistico indiano [1872-1950]: « In ogni momento, chi pratica yoga deve rimanere vigile sugli inganni dell’Ego [...] che si presentano come unica soluzione possibile, unica sorgente di luce e verità³ ». Nei percorsi spirituali orientali, l’Ego è un livello da superare e la pratica yogica o meditativa procede secondo questa prospettiva. Tuttavia, un Occidente senza un Ego definito a livello di psicologia e neuroscienza ha posto – proveniente da due sue università europee, Southampton e Mannheim – un interrogativo imbarazzante: possono yoga e meditazione gonfiare l’Ego più di quanto lo vogliano calmare? In poche parole: esiste il rischio che le pratiche che coinvolgono mente e corpo aumentino l’egocentrismo proprio nel loro percorso di evoluzione dalle pulsioni del sé? Il rischio c’è, e praticare yoga e meditazione ponendosi la domanda sbagliata può effettivamente creare problemi nella gestione della propria immagine di sé, diventando magari boriosi esercitandosi in movimenti che dovrebbero elevare da certi impulsi. Dalle suddette due università di Southampton e Mannheim proviene, nel 2018, la pubblicazione della ricerca compartecipata Mind-body practices and the self: yoga and meditation do not quiet the ego, but instead boost self-enhancement 4 . Si tratta di uno studio che mette in opposizione l’ipotesi che yoga e meditazione possano quietare l’Ego, con l’assunto – ritenuto universale – del Self-Centrality Principle [SCP], avvalorante la tesi secondo la quale l’auto-centralità aumenta l’autoesaltazione, l’egocentrismo. Punto di partenza degli studiosi in questo confronto sono gli insegnamenti di William James 5 [1842- 1910], psicologo statunitense di origine irlandese tra i primi a descrivere il SCP, illustrando come la pratica di un’abilità aumenti la sua centralità nel proprio sistema a tutto vantaggio di un’auto-centralità che genera autoesaltazione, ergo egocentrismo. y o g a s ū t r a 3 . 0 y o g a s ū t r a 3 . 0
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