Ossigeno

u n d e r p r e s s u r e 117 Lo stretching è la pratica sportiva più diffusa al mondo. Vi è tanta storia nel rapporto tra questi movimenti e l’essere vivente che li compie principalmente per un motivo: conoscere a occhi chiusi la precisa posizione del proprio corpo, falangi comprese, nello spazio. Lo stretching si compone di esercizi che attraverso i muscoli agiscono su ossa, tendini e articolazioni, stimolando gli organi propriocettori . [Se stretching era per voi una parola difficile da pronunciare, la propriocezione non vi aiuterà]. Metafora: se fossimo un sottomarino, la propriocezione sarebbe garantita dal sonar. I suoi sensori rilevano la posizione del mezzo navale nello spazio e istantaneamente [ istintivamente , per gli esseri viventi] i segnali vengono codificati in un’immagine su cui il capitano può decidere come agire. Attraverso gli organi propriocettori, il cervello riceve impulsi attraverso cui è in grado di elaborare una risposta istintiva [attivare i muscoli di contrazione prima che quelli in estensione portino il braccio del lanciatore di baseball a disarticolarsi dalla spalla] e capire e agire sulle sue ragioni di equilibrio. Lo stretching aiuta in tutto questo, ed è la pratica sportiva più diffusa perché è compiuta da quasi tutti gli esseri viventi al momento del risveglio . Bangkok non manca di mostrare statue antiche, risalenti a oltre 2000 anni fa, con figure applicate in posizioni di allungamento, come la disciplina insegna. È orientale la scoperta di questi movimenti e della loro azione sul rapporto tra corpo e mente, attraverso il riassetto del coordinamento tendineo e neocorticale. Lo yoga ha inserito filosofia e respiro su questi esercizi, mentre lo statunitense Bob Anderson è l’autore del best seller Stretching , che ha sdoganato la disciplina a livello mondiale a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso. Mente e corpo. Le stesse pratiche possibili dello stretching raccontano molto di questo rapporto. cezione

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